Il mercato dell’alluminio in Italia

Il calo della produzione industriale e le difficoltà dell’automotive in Europa hanno avuto un impatto negativo su tutti i settori dell’industria italiana dell’alluminio. Le anticipazioni dell’analisi Assomet basata sulle rilevazioni trimestrali del 2019

di Orazio Zoccolan, Director, Assomet

In un contesto internazionale molto agitato, a seguito delle politiche USA sui dazi che stanno generando sensibili diversioni dei flussi commerciali mondiali e dagli ancora incerti programmi di sviluppo dell’automotive verso l’elettrico, l’industria dell’alluminio italiana è riuscita ad approvvigionare il sistema manifatturiero italiano ed in parte estero con grande caparbietà e risultati, tutto sommato, positivi anche se in maniera diversificata tra i diversi comparti e a volte anche all’interno dello stesso comparto.
Il 2019, come era già stato previsto, è stato un anno segnato dalla totale incertezza sui mercati e legato in misura stretta all’andamento macroeconomico e alle vicende legate al comparto automotive. Il calo della produzione industriale, registrato dalla seconda metà dell’anno, sembra perdurare nel 2020. Lo scenario globale, con possibili nuove sanzioni Usa, e i dati previsionali non fanno ben sperare. È importante che il sistema politico e industriale reagisca attivando cantieri, incrementando l’occupazione. Bisogna partire da un piano infrastrutturale, e non possiamo parlare ogni giorno solo delle emergenze, ma bisogna guardare al futuro.
Battuta d’arresto per l’estrusione
Il settore dell’estrusione italiano, dopo tre anni consecutivi di crescita, ha registrato nel 2019 un forte arresto, chiara conseguenza dello stallo nella produzione delle principali case automobilistiche tedesche. Nel dettaglio la produzione si è assestata sulle 597.000 tonnellate, con un calo del 5,2% rispetto ai volumi prodotti nell’anno precedente.
Il mercato nazionale risulta tuttavia caratterizzato da realtà variegate: vi sono infatti aziende che hanno registrato forti rallentamenti, in alcuni mesi anche vicini a -30%, ma anche realtà che hanno visto crescere la propria produzione rispetto al 2018, operanti più che altro nelle applicazioni industriali, meccaniche o nell’aerospace. Il valore medio delle variazioni anno su anno risulta comunque nel complesso in calo e il sentiment diffuso si rivela pessimista soprattutto per l’anno appena iniziato, a meno di una forte ripresa dell’automotive, con il lancio di nuovi modelli. Per quanto riguarda il commercio estero, secondo i dati Istat sia le importazioni che le esportazioni italiane di estrusi hanno registrato trend negativi, rispettivamente del -9,2% e del -3,7% nei primi nove mesi del 2019. Si prospettano per l’intero anno importazioni sotto le 80.000 tonnellate ed esportazioni che si attesteranno tra le 240 e le 250 mila tonnellate. Ne deriva un consumo apparente in calo, con una variazione negativa intorno al -7%.

I pani per fonderia scontano le difficoltà del settore automotive
Anche il comparto dei pani per fonderia nel 2019 è stato segnato dal perdurare della crisi del settore automotive, ma anche dalle difficoltà legate ai prezzi, registrando una nuova forte decelerazione. Secondo le prime stime, i volumi prodotti in Italia durante l’anno dovrebbero aver registrato le 664.000 tonnellate, con una variazione negativa pari al 3%.
Le importazioni sono state inferiori a quelle del 2018, mentre le esportazioni hanno superato i valori dell’anno precedente; il valore del consumo apparente risulta quindi in calo di circa il 5% e le aspettative per il 2020 rimangono incerte e strettamente connesse al futuro del settore automobilistico.

Il consumo di laminati rimane stabile
Il consumo apparente del comparto italiano dei laminati è rimasto pressoché stabile, con una produzione nazionale in flebile rialzo del +0,4% (605.000 tonnellate). Nonostante un inizio anno molto positivo, negli ultimi mesi del 2019 anche questo settore ha risentito della stagnazione del mercato italiano ed europeo e per il 2020 gli operatori si mantengono molto cauti nel dare pronostici.
Il mercato è stato inoltre pesantemente intaccato dalle importazioni cinesi, che hanno quasi raggiunto le 30.000 tonnellate nei primi nove mesi del 2019. Nel periodo gennaio-settembre i volumi importati ed esportati, secondo i dati ufficiali Istat, sono stati di molto maggiori rispetto ai valori dello stesso periodo del 2018 (+13,6% per l’import e +11,7% per l’export). Le previsioni per l’intero anno indicano quindi circa 313mila tonnellate di laminati importati e quasi 350mila tonnellate esportate.