L’alluminio in Italia nel 2016

I primi dati delle rilevazioni ASSOMET confermano l’incremento dell’uso totale di metallo leggero in Italia.

di Mauro Cibaldi, Presidente e Orazio Zoccolan, Segretario nazionale, Centroal

Il consuntivo al 2017 del sistema italiano dell’alluminio va inquadrato in un contesto economico globale caratterizzato nell’ultimo triennio da un’inversione di tendenza e da una lenta ma continua crescita (figura 1). Il settore ha riacquistato fiducia con un significativo incremento degli usi totali di metallo in Italia, riprendendo il trend interrotto nel 2007 e sfiorando i 2,1 milioni di t di consumo globale di metallo leggero in tutte le forme (figura 2).
Gli elementi caratterizzanti dell’Industria Italiana dell’alluminio, secondo le rilevazioni dell’Associazione Italiana Metalli non Ferrosi ASSOMET, e del gruppo Centroal che si occupa del metallo leggero, sono mostrati in sintesi nelle figure 3, 4 e 5.

Il settore della laminazione
La serie storica del mercato dei laminati di alluminio in Italia dall’anno 2008 ad oggi (produzione, importazioni, esportazioni ed impiego) è riportata nella figura 6, e mostra come la produzione, partita da un valore di 346.800 t nell’anno 2008, sia diminuita nel 2009, per poi crescere costantemente negli anni successivi. Il 2017 si è chiuso con una produzione totale di oltre 580.000 t, le importazioni risultano stabilizzate intorno a 270-280 mila t, le esportazioni hanno registrato un sostanziale incremento negli ultimi anni, fino a stabilizzarsi intorno a 300 mila t. L’utilizzo complessivo è risalito con trend continuo dal 2010 stabilizzandosi ad oltre 550 mila tonnellate.

Il settore dell’estrusione
La serie storica del mercato degli estrusi di alluminio in Italia dall’anno 2008 ad oggi (produzione, importazioni, esportazioni ed impiego), è riportata nella figura 7, e mostra come la produzione, partita da un valore di oltre 820 mila t nell’anno 2008, sia fortemente diminuita negli anni successivi, mostrando dal 2015 una lenta ripresa che comunque esprime ancora valori molto lontani dai dati pre-crisi. Relativamente modesti i movimenti in export ed in import, con il risultato finale di una domanda interna in trend di crescita, vicina nel 2017 a 450 mila t, ma ancora al di sotto delle aspettative, in larga misura per effetto della stasi del settore dell’edilizia e delle costruzioni.

Il settore delle leghe da fonderia
Nella figura 8 si osserva la produzione, le importazioni, le esportazioni ed il consumo delle leghe di alluminio in pani per fonderia. Si nota come la produzione sia diminuita dal 2008 al 2009 (quest’ultimo il peggior dato negli ultimi sette anni con un valore di produzione di 457.700 t), per poi risalire costantemente (con una pausa nel 2012). Il 2015 ha fatto registrare un valore di 708.700 t, nel 2017 siamo arrivati ad oltre 740 mila t. Le importazioni sono cresciute dal 2012 al 2014, leggermente diminuite nel 2015, ritornate nel 2017 ad oltre 230 mila t; andamento analogo per le esportazioni.
Infine, il consumo, diminuito drasticamente nel 2009 sino ad un valore di 506 mila t, è tornato a salire e nel 2015 si è chiuso con un valore intorno a 740 mila t.

Il quadro dei getti di fonderia
Il buon andamento delle vendite del comparto automotive è stato l’elemento trainante della produzione di getti di fonderia degli ultimi recenti anni in Europa ed in Italia (figure 9 e 10), sostenuta anche dalla trasformazione del parco veicoli verso soluzioni più ecologiche, dove la leggerezza è un criterio determinante che favorisce l’utilizzo dell’alluminio. La produzione totale di getti di metalli non ferrosi in Italia è stata nel 2016 di circa 935 mila t, di cui 790 mila riferite all’alluminio, in netta crescita rispetto al trend degli anni precedenti, 660 mila nel 2014 e 682 mila nel 2015. Il peso che ha avuto il comparto dei trasporti lo si rileva anche dall’andamento delle tecniche di colata, quella a pressione rappresenta oltre il 78% del totale, mentre le colata in conchiglia vale il 19%, la quota restante è colata in sabbia.

Conclusioni
In conclusione, il trend di utilizzo di alluminio in Italia conferma la seconda posizione in Europa alle spalle della Germania, con ottime performance in particolare del comparto dei laminati e di quello dei getti di fonderia, quest’ultimo sospinto dalla domanda dell’automotive. Il segmento degli estrusi, molto colpito negli scorsi anni dalla crisi economica generale e nello specifico dal forte calo del comparto edilizio, ha avuto una ripartenza molto più contenuta, ma appare comunque in ripresa.