Kawasaki Robotics festeggia 50 anni di attività

Tiesse Robot accanto al colosso nipponico in Giappone, dove sono stati presentati gli avveniristici sviluppi dell’intelligenza artificiale per il training di operatori.

di Roberto Guccione

Nell’ambito della recente fiera internazionale Irex di Tokyo, Kawasaki Robotics, storico partner di Tiesse Robot di Visano (Brescia), ha non soltanto lanciato alcune importanti novità tecnologiche, come i due nuovi modelli RS7N e RS7L e il nuovo robot BX200X a polso cavo, ma ha anche celebrato un significativo anniversario: 50 anni di attività come costruttore di robot industriali.
Il traguardo del mezzo secolo è stato festeggiato in un’area di circa 1200 mq coperta all’interno della manifestazione. La storia di Kawasaki, nel settore della robotica, comincia nel 1968 con l’accordo di cooperazione con Unimate e la fornitura del primo robot idraulico costruito in Giappone per operazioni di saldatura a punti nell’industria automobilistica. La sinergia con Unimate ha portato poi al lancio, nel 1981, dei robot a comando elettrico Puma, mentre un altro passo di rilievo è stato il lancio, nel 1989, della serie di robot JS con 10 kg di portata e di progettazione Kawasaki senza parallelogrammi di comando, che ha fatto da apripista per tutti gli altri costruttori di robot, così come i robot da 165 Kg Serie EX. Chiaramente, la gamma Kawasaki oggi si articola in una ben più vasta serie di robot che vanno da 3 a 1500 kg di portata, e con robot specifici per il settore medicale-farmaceutico e per il settore clean-room. Anche i sistemi di controllo hanno seguito l’evoluzione concettuale della parte relativa al braccio robot e oggi il controllore F60 per i robot sino a 10 Kg di portata è il riferimento sul mercato per dimensioni e peso.
Oltre a presentare l’ampliamento della gamma robot, Kawasaki Robotics ha voluto lanciare alla fiera nipponica un messaggio molto particolare. Da un lato, proseguire con l’ampliamento della gamma dei robot collaborativi con i modelli Duaro 2 e Duaro 3, anche firmando un rapporto di collaborazione con ABB per lo sviluppo congiunto di protocolli di sicurezza e comunicazione, e in parallelo procedere con lo sviluppo di un concetto originale di Coworking tra robot e operatore. Tale concetto, denominato “Successor”, va applicato alle linee o a una singola cella dove, per rispondere all’attuale diminuzione della manodopera specializzata, si è pensato di abbinare ai robot dei dispositivi di guida remota e dei pacchetti d’intelligenza artificiale che permettono agli operatori specializzati di trasferire i propri skill ai robot stessi, non eseguendo operazioni di vera e propria programmazione, bensì operando in remoto da aree di sicurezza. In concreto, con un dispositivo chiamato “Communicator”, l’operatore può movimentare uno o più robot della medesima linea per operazioni che in realtà richiederebbero un’elevata capacità di programmazione; il tutto agendo semplicemente sul dispositivo che, di ritorno, conferisce all’operatore le medesime “sensazioni” del robot nell’operazione svolta: ad esempio, una sensazione di “forza”, di “vibrazione“ oppure di segnali sonori di allarme, se il robot sta forzando o interferendo. Eseguita un’operazione, il robot ne ripete esattamente le sequenze e le modalità. L’intelligenza artificiale permette poi che il robot possa trasferire quanto appreso da un operatore specializzato a un altro operatore non specializzato, quindi non fornito delle stesse competenze.
Le applicazioni cui potrà far fronte una simile isola robotizzata sono molteplici, dall’assemblaggio alla verniciatura di particolari piccoli o grandi, fino alla manipolazione e alla sbavatura di getti eccetera. L’intelligenza artificiale consente infatti di captare le procedure che l’operatore specializzato ha realizzato per eseguire le operazioni cui è dedicato. Lo sviluppo futuro di questa tecnologia permetterà anche, utilizzando dei simulatori, di eseguire il training per operatori non specializzati, che si formeranno attraverso l’utilizzo delle stesse macchine robotizzate. Un nuovo ambito di sviluppo riguarda poi i robot umanoidi di cui sono stati presentati i primi prototipi e soluzioni integrate per sale chirurgiche, settore dove Kawasaki partecipa a una joint-venture nella società Medicaroid, che immetterà sul mercato tavoli chirurgici a 6-7 assi e robot chirurgici da uno a quattro bracci, oltre che soluzioni robotizzate per TAC e trattamento localizzato di tumori con radiazioni focalizzate: un settore che avrà un forte sviluppo nel prossimo futuro. Altre novità saranno presentate nel corso del 2018, a dimostrazione non solo della longevità del grande costruttore giapponese, ma anche e soprattutto della sua capacità di innovare.